lunedì 28 aprile 2008

Che cos'è un nome? Una rosa...



Che meraviglia la regionalità! ponte del 25 in Costiera.
Ho apprezzato nuovamente le bellezze del Sud e non parlo solo di quelle culinarie, anche se la foto pubblicata testimonierebbe il contrario.
Giovedì appena arrivata credevo di essere stata catapultata in Grecia senza la fatica del traghetto: mojito meraviglioso in un locale dove ho lasciato il cuore, venerdì e sabato a godermi il sole campano.
Cosa scopro?
che da quelle parti un saltimbocca non è esattamente un saltimbocca...mi spiego meglio.
Nel Lazio quando si parla di saltimbocca, si intende un involtino di carne ripieno, mentre in Campania per gustare un saltimbocca, non sono necessarie forchetta e coltello perchè quello che vi viene servito è un panino fatto di pasta di pizza che va farcito secondo i propri gusti.
Il mio, per dovere di cronaca e obbligo di cucina, è stato farcito con cotto, pachino conditi con origano, olio e sale e infine formaggio.



domenica 20 aprile 2008

Tanti saluti all'inverno


Oggi vado in controtendenza: fuori è primavera ma io ho voglia di sperimentare un caffè…che sa di inverno.
Mentre gusto il pranzo domenicale (e tradizionale), penso agli aromi che nel mio immaginario sensoriale appartengono a quella stagione (possiamo dire sia passata o tornerà presto? Boh!intanto salutiamolo così).
L’inverno profuma di cannella, chiodi di garofano e arancia. Sa di crema pasticcera e biscotti al cioccolato.
E il caffè è perfetto con tutti questi aromi. Onde evitare però di “mettere troppa carne al fuoco”, decido di lasciar fuori crema e cioccolato.
Pranzo terminato.
Preparo la miscela direttamente dalla moka: uno strato di caffè, metàdellametà di un cucchiaino di cannella, altro caffè e un chiodo di garofano. Chiudo,accendo e attendo.
Che brivido, l’attesa! L’aria si riempie di cannella, ma nessuno lo sa: nessuno dei miei commensali immagina che tra poco berrà via in un caffè la stagione fredda.
Adesso mi arriva al naso anche il chiodo di garofano…leggero, quasi impercettibile, fuso e insieme distinto dall’amica cannella.
Giro, verso nella mia tazzina (gli altri preferiscono il vetro: profani! ed io che continuo a sedermi a tavola con loro…sono troooooppo tollerante) e ne rubo gli aromi.
Se ne accorgeranno? Li osservo. Come fanno a non sentire l’ inverno?
Forse si lasciano confondere dai raggi di sole che filtrano dalla finestra. Ecco…solo uno di loro mi chiede confuso: “ma che c’è in questo caffè?”. S’ illumina quando glielo rivelo e aggiunge che un po’ meno cannella avrebbe giovato alla miscela, addolcendo il retrogusto amaro della cannella quasi tostata. Ci penso su: ognuno ha il suo inverno e senza quel retrogusto il mio non avrebbe avuto in sé l’ odore acre del fumo dei camini.

venerdì 18 aprile 2008

Buono come il pane?


Ok. Lo ammetto. Mai fatto il pane. Eppure mi piace. Voglio dire, non tanto quanto il caffè..ma la versatilità del pane mi ha sempre intrigato. Esiste un altro alimento con la medesima caratteristica? Mi sa di no.
Così oggi che ho voglia di casa e di calore, sì, mi faccio il pane. Ho letto parecchie ricette e curiosità (lo sapevate che quello di Genzano è il primo IGP?), ma l'idea di stare là con le dosi non mi sconfinfera, quindi diciamo che ho preso 500 gr di farina (400 circa tipo"00", la restante parte gialla da polenta), un cubetto di lievito, acqua tiepida in cui scioglierlo, sale e olio.
Impasto per una ventina di minuti e lo adagio in un recipiente unto di extravergine, coprendolo come se avesse l'influenza.
Ora attendo. Il pane è quasi un parto (sarà per questo che si usa il lievito "madre"?). Diverso in questo dai dolci che lievitano ma al calduccio del forno, il pane necessita, diciamo così, di almeno un paio di ecografie: cioè va reimpastato dopo una prima lievitazione.
Dunque, considerando i tempi, per le 10 di questa sera vedremo la signora Pagnotta e i suoi figli Panini.
Nell'attesa...le foto di un vero pane.

(Dalla Festa del pane di Bressanone)

domenica 13 aprile 2008

Mele da favola


Quando c'è il sole la domenica è il giorno più bello del mondo: puoi far tutto e non far nulla.
Stare in pigiama tuttto il giorno e tenere il sole dentro o goderti fuori quel sole, vestito leggero.
A me la domenica ispira ricordi...così oggi ho aggiunto una foto scattata quasi un anno fa in un paesino veneto dove si rievocava il Medioevo. Avete presente "Non ci resta che piangere"?
ecco...all'improvviso, catapultata nel 1400, quasi 1500!
non so se a quei tempi i bambini mangiassero mele anzichè caramelle, ma io ricordo la sensazione fiabesca che mi ha pervaso vedendole ed il desiderio di acquistarne una è stato più forte di me.
Per me il cibo è indissolubilmente legato all'infanzia: un gioco da fare con le mani senza paura di sporcarsi.

sabato 12 aprile 2008

Vini e piccola cucina


Ci sono serate in cui la voglia e la necessità di uscire di casa contrastano tra di loro ed è quando la seconda ha la meglio sulla prima, che ti conduci quasi involontariamente in posti come L'Osteria di Corrado.
Il breve tempo impiegato per arrivarci potrebbe dilatarsi, tanto in realtà non hai neppure la percezione di essere mai uscito di casa. Perchè ti trovi a casa.
Nel piccolo laboratorio (attenzione: quella è una piccola cucina che produce grandi cose!) scopri un Mago ed il suo Assistente concentrati a miscelare pozioni, assaggiare, bere in accompagnamento, sperimentare, sorridere. Forse è questo il segreto che il Mago non rivela: lavorare col sorriso dentro.
E i piatti che da quelle sperimentazioni prendono forma , hanno nel sorriso l'ingrediente segreto: piccoli capolavori della cucina tradizionale, spesso rivisitati che narrano l'impegno, la passione e la cura.
Ti racconta storie di vini, si diverte ad incantare il Mago e t'illude senza volerlo, di essere nella tua casa, mentre lui cucina per te o semplicemente ti serve vino...ci sono luoghi dove il cuore lo lasci senza volerlo e puoi tornare a prenderlo indietro quando vuoi, perchè quell'alchimia è infinita....

giovedì 10 aprile 2008

Il mio: a ME MI piace così...

Chissà che senso ha per voi il caffè. Oggi mi chiedo questo e mentre ci rifletto su non mi accorgo che faccio solo un elenco di quello che per me significa il caffè.
Badate bene, non che io conosca tutte le virtù o le varietà del caffè: non sono un'esperta, so di certo che dentro c'è caffeina, che può essere un blend di miscele, tostato o meno, che c'è l'arabica (come nelle gomme?), che alcuni sanno più di cioccolato, di nocciola...ma per me deve essere solocaffè. Non sopporto che, ordinando un caffè al bar, mi si chieda "normale (o liscio)?", in vetro?"
Ecco..se avessi voluto tutto questo, l'avrei chiesto. E non è tanto la fatica di precisare ogni volta, quanto il dispiacere che non sia chiaro che sul caffè le mie idee soono chiare. Che bisogno c'è di arricchire un concetto tanto semplice quanto una tazzina e un caffè. Troppo banale?
per fortuna sono innamorata (corrisposta) della moka.

mercoledì 9 aprile 2008

Gioco


E sono al quarto!
dopo il tentativo che vedete...sorseggio un caffè.
che dire? avevo cominciato cucinando per questa sera (sono ospite dal mio super amico) e mi fa piacere dilettarmi ai fornelli: vellutata di broccoli e spinaci con cuore (eh, sì...la cucina è questione di cuore) di carotine croccanti e crostini al parmigiano, polpettine di maiale al sesamo, quando....illuminazione!!!!!
preparo le basi e assemblo dal pout-pourry di ingredienti un simpatico esempio di finger food.
Rubo dal cassetto la digitale e compongo il piatto.
Di foto ne ho fatta una sola: la curiosità di assaggiare la polpettina era troppo forte!
nelle polpette ci ho infilato scorza di limone e cannella: se mi sentisse mia nonna....

chicco e tazzina

Avrei potuto cominciare raccontando la favola di Chicco e Tazzina ma rimando, oggi non mi va.
Ciò di cui ho voglia è sentire l'aroma del caffè che entra nella stanza, quando ancora gli occhi non sono aperti, ma lo sono gli altri sensi, vigili, e la caffeina sembra entrarti dentro, dal naso, come fosse una pozione magica, l'essenza del risveglio.
Che faccio.... mi preparo il terzo?